BIOGRAFIA: Minelli Gianfranco.
Gianfranco Minelli è nato nell’aprile del 1931 a Milano.
La sua formazione artistica inizia nel 1955-56. In Svizzera, a Lucerna, nel 1956-57, esegue i suoi primi lavori, disegni e oli, ed è influenzato dalle opere degli espressionisti e post-espressionisti come Kirchner, Rouault, Vlaminck, Nolde, Van Gogh e Gauguin.
Sottraendosi a qualsiasi determinazione teorica, è spinto solo da un ideale pittorico puro e istintivo, cercando di vedere il mondo nella sua essenza primaria. Parlando della sua pittura, ebbe a dire: “Cerco di cogliere non la forma estetica fissata in uno schema astratto e platonico, ma la forma come termine di sviluppo di un interiore processo evolutivo, dove la realtà, trasferita nell’io, possa essere restituita nell’opera su un piano umano e non concettuale.”
Sue opere sono collocate in raccolte pubbliche e private in Svizzera, Italia, Francia, Belgio, Germania, Austria, Norvegia, Gran Bretagna, Grecia, Spagna, Olanda, Lussemburgo e Stati Uniti.
La figura asciutta e il parlare semplice e preciso. Accanto a lui, dentro di lui, le sue opere, raccolte nello studio in una rapida e sostanziale antologia, documentano senza possibilità di equivoco i suoi momenti più significativi, le sue migliori emozioni. Pur non approfondendo la tecnica usata da Minelli, milanese trapiantato in Emilia, basta ricordare che usa preparazioni particolari per le tele, le tavole e gli stessi fogli prima di dipingere.
Le composizioni a olio di ampie dimensioni, dove la natura è stravolta per la realtà urbana, fungono da tramite verso la disperazione; allora i volti diventano alienanti deformazioni espressionistiche dell’uomo. Quindi, un passo avanti, oltre la denuncia emblematica e contestatrice, nel chiuso silenzio di rivolta spirituale, e qui i dipinti dell’ultimo periodo. Il colore si è ammorbidito in un processo di decantazione, proponendo nuove immagini, pur nella conseguenzialità del racconto.
Amore profano, come retaggio inutile dei tabù che ci hanno angustiato per secoli. Amore materno, come origine di tutte le cose, come humus fecondo che stimola alla vita, oltre i drammi e la costante inerzia sociale.
È un vasto programma artistico e intellettuale quello che contraddistingue Gianfranco Minelli, che ha saputo sposare le finalità creative dell’opera al messaggio spirituale che ne determina i rivolgimenti e ne giustifica i risvolti.
C. Calzavacca, da «Il Messaggero» – 14.12.1971